“Armando Testa.” a cura di Gemma De Angelis Testa, Tim Marlow e Elisabetta Barisoni

L’Associazione ACACIA è lieta di condividere la notizia della mostra “Armando Testa.” curata dalla Presidente Gemma De Angelis Testa, insieme a Tim Marlow, direttore del Design Museum di Londra, e Elisabetta Barisoni, responsabile della Galleria Internazionale d’Arte Moderna e Contemporanea Ca’ Pesaro. 

La grande monografica che inaugura a Ca’ Pesaro il 20 aprile in concomitanza con la Biennale d’Arte di Venezia, ripercorre la produzione del geniale creativo Armando Testa (Torino, 1917-1992). La mostra mette in luce la pratica multidisciplinare di Testa, da sempre precursore nell’esplorazione e nell’uso di tecniche e linguaggi diversi nel campo della pubblicità. Dalla sua instancabile immaginazione – Gillo Dorfles lo aveva infatti definito visualizzatore globale – hanno preso forma campagne e personaggi che appartengono ancora all’immaginario collettivo come Caballero, Carmencita e il Pippo della Lines, per citarne alcuni. Allo stesso tempo la fantasia di Testa si è tradotta in una produzione artistica, meno nota al grande pubblico, che include la serie di opere Omaggio a Mondrian, ma anche i dipinti dai colori forti e serie con protagoniste le dita.

Ricorda Gemma De Angelis Testa delle opere che il marito aveva creato omaggiando il pittore olandese “sono realizzate con la formica colorata, irriverente provocazione che contrasta con le cornici antiche che rimandano immediatamente alla pittura”. Aggiunge la curatrice “Il gioco tra contenitore e contenuto, tra composizione ed equilibrio, è evidente anche nella serie delle Croci”, che nel percorso espositivo si affiancano alle ironiche Sedie AT.

“Credo che i suoi pensieri nascessero prima come immagini e poi come parole, e questa peculiarità era dovuta alla sua formazione di pittore e di grafico; però era affascinato dalla potenziale fluidità dei processi creativi e dall’interazione tra immagini e materiali” scrive Tim Marlow, che con il suo contributo curatoriale ha voluto evidenziare la capacità “metamorfica” di Testa, in grado di passare da un materiale all’altro con estrema disinvoltura.

Un’altra sezione importante della mostra è costituita dall’ampia selezione di manifesti: in ordine cronologico e tematico, approfondiscono il connubio immagine-parola. Partendo dal manifesto ICI (1937) che apre la rassegna, con cui Testa a soli venti anni vince il concorso per Industria Colori Inchiostri, si passa alle campagne culturali e sociali, corpus di opere ancora poco studiate, approfondite per l’occasione dal saggio critico di Elisabetta Barisoni. ù

La mostra si chiude con una serie di contributi video, tra i quali il documentario “Armando Testa – Povero ma moderno” del 2009 di Pappi Corsicato.

5 aprile 2024