YURI ANCARANI

Yuri Ancarani (Ravenna, 1972) è il vincitore del Premio ACACIA 2023. L’artista, dalla carriera consolidata sia in Italia che all’estero, si è contraddistinto negli ultimi anni sia per il suo linguaggio artistico che nasce da una continua commistione fra cinema, documentario e arte contemporanea, sia per la sua ricerca attenta a raccontare dinamiche sociali e emozioni umane, ambientate in luoghi e regioni spesso insondati. Le sue opere non partono da una sceneggiatura precisa, i suoi film sono espressioni di intuizioni che determinano l’atto stesso della ripresa e del montaggio*. Un altro tema presente nelle opere di Ancarani è l’interazione tra uomo e macchina, spesso raccontata attraverso immagini che si trasformano in coreografie ipnotiche, come nel caso del cortometraggio “Da Vinci” che mostra un intervento di chirurgia robotica. Nei video dell’artista anche lo scorrere del tempo sembra essere dilatato e, grazie anche ad un accurato uso del suono, Ancarani porta lo spettatore ad immergersi nei vari immaginari che propone di volta in volta.

In occasione della mostra antologica “Lascia stare i sogni” a cura di Diego Sileo e Iolanda Ratti, è stata annunciata l’assegnazione del Premio ACACIA a Yuri Ancarani e il contributo alla produzione del suo nuovo film “Il popolo delle donne” proprio attraverso questo premio. La nuova opera di Yuri Ancarani è stata donata dall’artista all’associazione ACACIA ed è entrata a far parte della Collezione ACACIA, quest’ultima donata a partire dal 2015 al Museo del Novecento. “Il popolo delle donne” è un lungometraggio di 47 minuti che racconta l’istinto di violenza unito al rapporto tra uomo e donna, attraverso un’analisi lucida da parte della psicoanalista e psicoterapeuta Marina Valcarenghi. Il titolo dell’opera è ripreso dalle parole della protagonista che, dopo aver condiviso una serie di testimonianze di pazienti incontrati come psicoanalista nei reparti dedicati alle violenze sulle donne, esorta quest’ultime a prendere posizione ed essere consapevoli di non essere sole e deboli, ma di appartenere ad un intero popolo. Stilisticamente il nuovo lavoro recupera quella struttura da sessione discorsiva che Ancarani aveva già utilizzato per “Séance”, il video ambientato nella casa di Carlo Mollino, e ricorda una lectio magistralis. Infatti il popolo delle donne è ambientato nel Cortile della Legnaia dell’Università degli Studi di Milano, che anche la protagonista aveva frequentato in passato. L’opera prende
i tratti di un documentario sulla società contemporanea, e offre uno scorcio del reale volto verso il futuro in un parallelismo che rimanda ai movimenti anti-sistemici degli anni Sessanta*.

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Yuri Ancarani nasce a Ravenna nel 1972, vive e lavora a Milano.

Principali mostre personali negli ultimi anni:

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La Collezione Acacia