
Un altro sguardo. Opere dalla Collezione Gemma De Angelis Testa
Inaugura a Villa Panza una mostra a cura di Gabriella Belli, Gemma De Angelis Testa (Presidente Onoraria di ACACIA) e Marta Spanevello
Il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS presenta a Villa e Collezione Panza Un altro sguardo. Opere dalla Collezione Gemma Testa, aperta al pubblico dall’11 aprile al 12 ottobre 2025. La mostra inaugura un nuovo ciclo espositivo dedicato al collezionismo, inteso come espressione di un pensiero, di un’identità, come strumento di indagine, pratica culturale e chiave di lettura del presente.
Con questo obiettivo, il FAI porterà ciclicamente negli spazi storici della villa importanti raccolte d’arte privata, capaci di instaurare un confronto diretto, intenso e stimolante con la sensibilità di Giuseppe Panza di Biumo. Per questo primo appuntamento sarà dunque l’impronta esistenziale di Gemma De Angelis Testa – che in oltre trent’anni ha selezionato e raccolto opere di artisti come Mario Schifano, Pier Paolo Calzolari, Julian Schnabel, Bill Viola, Anish Kapoor, Tony Cragg, Anselm Kiefer – a generare un dialogo con la visione introspettiva e spirituale che guidò Giuseppe Panza, offrendo al pubblico di Villa Panza un altro sguardo sull’arte: da strumento di conoscenza interiore, come lo è stato per Panza, a forma di indagine sul presente, come lo è per Gemma Testa.
A restituire questa visione e a darne forma concreta nel percorso espositivo, saranno quarantuno opere provenienti dalla raccolta privata della collezionista, alcuni dei quali esposti per la prima volta, tra cui opere di grandi artisti come: Cy Twombly, Robert Rauschenberg, Francesco Vezzoli, Shirin Neshat, Marina Abramović, William Kentridge, Andres Serrano, Cecily Brown, Ai Weiwei.
LA MOSTRA
Protagonista è la raccolta di Gemma de Angelis Testa, fondatrice di ACACIA (Associazione Amici Arte Contemporanea Italiana) che ha cercato nell’arte uno strumento per indagare l’uomo e la realtà che abita. Raccogliendo e selezionando voci e storie dal mondo, la collezionista ha dato forma a un’importante raccolta di opere che raccontano il presente e le sue trasformazioni.
L’esposizione, a cura di Gabriella Belli, Gemma De Angelis Testa e Marta Spanevello, riunisce oltre
quaranta lavori provenienti dalla raccolta della collezionista milanese. Al nucleo principale, costituito dalle opere della collezione privata, si affiancano prestiti significativi dalla Fondazione Musei Civici di Venezia, che nel 2022 ha ricevuto in donazione dalla collezionista un importante corpus di 107 lavori, e dal Museo del Novecento di Milano, la cui collezione si arricchisce anno dopo anno grazie al contributo dell’Associazione ACACIA, che, attraverso il Premio per giovani artisti italiani, ha già donato 39 opere di 27 artisti diversi.
IL PERCORSO
Tra i lavori selezionati, all’ingresso del primo piano della villa, si incontrano opere di Cy Twombly, Robert Rauschenberg e Mario Merz, che segnano l’inizio dell’attività di ricerca di Gemma Testa. Il percorso prosegue con lavori di Francesco Lo Savio, Gianni Piacentino e Joseph Kosuth, artisti tra minimal e concettuale, la cui presenza in collezione riflette la sintonia della collezionista con le tendenze artistiche del tempo. Un cambio significativo emerge nella sezione dove è documentato un momento di svolta nel percorso collezionistico di Gemma Testa che, affrancandosi dalle correnti consolidate, sceglie di seguire una sua personale visione.
Qui trovano spazio i lavori di Elizabeth Neel, Andreas Breunig, Cecily Brown, Anselm
Reyle, Gregor Schneider e Oscar Murillo, che esplorano la pittura per la pittura, ovvero il linguaggio pittorico nelle sue molteplici declinazioni. La narrazione espositiva procede poi con lavori di Francesco Vezzoli, Vanessa Beecroft, che concentrano le rispettive ricerche sulla donna-icona, analizzandone corpo, espressività e costruzione simbolica dell’immagine pubblica tra codici culturali e stereotipi. Segue una selezione di artiste e artisti – Shirin Neshat, Andres Serrano, Bill Viola, Marina Abramović, Pipilotti Rist e Monica Bonvicini -, che affrontano invece il concetto di identità di genere con una particolare riflessione sul mondo femminile, evidenziandone i meccanismi di subordinazione radicati nella storia, nelle tradizioni e nelle religioni. A
queste tensioni fa eco il lavoro di Pascale Marthine Tayou, che attraverso i suoi lavori affronta le sue origini africane e le aspettative a esse legate. A completare le riflessioni proposte in questi ambienti, una scultura di Armando Testa Senza titolo (Segno) del 1990, in cui il corpo di Cristo si fa struttura e la struttura si fa corpo, in una simbiosi tra significato e significante. Sono anche esposti due suoi iconici manifesti, sintesi di un’estetica del messaggio pubblicitario, ma al tempo stesso emblema della storia personale della collezionista. Scendendo a piano terra, nell’Ala dei Rustici, si incontra una selezione di video installazioni con due lavori di Sabrina Mezzaqui, omaggi alla bellezza di una natura materna, e tre opere che affrontano il tema della patria di Adrian Paci la cui vicenda artistica si intreccia indissolubilmente con la storia e gli eventi politici della sua Nazione d’origine. Nella Scuderia Grande viene invece indagato il tema delle persecuzioni politiche, culturali o religiose e le conseguenti diaspore attraverso i lavori di Yan Pei-Ming, Ai Weiwei e William Kentridge, in cui le opere diventano veicoli di riflessione sui meccanismi di potere che condizionano identità e libertà di espressione. Il percorso si conclude con i lavori di Grazia Toderi e Thomas Ruff, che si confrontano con l’infinito e il sublime, e con un’opera di Peter Fischli & David Weiss installata nel parco della villa.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo bilingue con saggi di Gabriella Belli -responsabile del progetto scientifico di Villa e Collezione Panza, Marta Spanevello – curatrice di Villa e Collezione Panza, Gemma De Angelis Testa, collezionista e fondatrice di ACACIA (Associazione Amici Arte Contemporanea Italiana) e Elisabetta Barisoni -responsabile della Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro.

Andres Serrano, “Klanswoman, Grand Kaliff II (The Klan)”, 1990, Cibachrome, Collezione Gemma De Angelis Testa