Bestiario contemporaneo. Fra arte e scienze, artisti italiani dalla collezione ACACIA

Venezia, Museo di Storia Naturale
31 maggio – 24 ottobre 2013
a cura di Gemma De Angelis Testa e Giorgio Verzotti

Il rapporto arte-scienza e arte-natura è tra i più antichi e indissolubili.
Il mondo animale e vegetale, i segreti della vita microscopica così come le forme macroscopiche, gli aspetti dell’animato e dell’inanimato, del finito e dell’infinito sono da sempre palcoscenico, oggetto di rappresentazione, motivo di ispirazione o riflessione dell’espressione artistica; nutrimento primo dell’arte visiva dagli albori fino alla modernità , al di là della semplice imitazione del “vero”.

Neppure l’arte contemporanea si sottrae a questa tradizione di scambi e rapporti, sia pure distinguendosi per il grado di autocoscienza che gli è proprio, e nell’ambito dell’intenso programma “Muve contemporaneo” – messo a punto dalla Fondazione Musei Civici di Venezia in occasione della Biennale Internazionale d’Arte 2013 – viene chiamata a un intenso confronto/incontro con la collezione permanente del Museo di Storia Naturale di Venezia.

Dall’1 giugno al 24 ottobre, organizzata in collaborazione con Associazione ACACIA-Amici Arte Contemporanea Italiana, apre nelle bellissime sale del museo veneziano la mostra “Bestiario Contemporaneo. Fra arte e scienze, artisti italiani della collezione ACACIA”, curata da Gemma De Angelis Testa Presidente di ACACIA e Giorgio Verzotti, con la direzione scientifica di Gabriella Belli Direttore della Fondazione Musei Civici di Venezia.

L’evento espositivo nasce dalla sinergia tra Istituzioni pubbliche e collezionismo privato, che l’Associazione ACACIA si propone di incrementare sin dalla sua nascita, nel 2003. ACACIA è un’associazione privata attenta ai problemi culturali del nostro Paese. La promozione ed il sostegno dell’arte e del lavoro di giovani artisti italiani è tra gli scopi principali dell’associazione che, in quest’ottica, sta lavorando alla creazione di una collezione d’opere d’arte contemporanea italiane. Oggi l’impegno pubblico di ACACIA si sposa con le proposte della Fondazione dei Musei Civici di Venezia un soggetto particolarmente attento alla collaborazione tra pubblico e privato, capace di valorizzare al meglio le reciproche eccellenze e peculiarità. Dopo il grande successo della mostra milanese, ACACIA proporrà a Venezia una scelta di circa 30 opere d’arte, che verranno ad instaurare un dialogo ironico e sorprendente con le raccolte naturalistiche del museo veneziano di Storia Naturale.

Capiterà ad esempio di scorgere tra i temibili animali impagliati il Leopardo di Paola Pivi che si affaccia sinuoso su un tappeto di cappuccini, mentre i Musicanti di Brema di Maurizio Cattelan daranno vita al loro concerto.

Insieme a questi due nomi saranno presenti tutti gli artisti della collezione ACACIA, ognuno dei quali  vanta riconoscimenti nazionali ed internazionali:  Mario Airò, Rosa Barba, Vanessa Beecroft, Gianni Caravaggio, Roberto Cuoghi, Lara Favaretto, Francesco Gennari, Sabrina Mezzaqui, Marzia Migliora, Adrian Paci, Luca Trevisani, Marcella Vanzo, Nico Vascellari e Francesco Vezzoli.

Tutte le forme espressive conosciute delle arti visive sono qui rappresentate, dalle più tradizionali – pittura e scultura – per arrivare, passando per la fotografia, alle più contemporanee video ed installazione.

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Marzia Migliora, La morte tornò a letto…, 2007

Il filo rosso, il comune denominatore che lega tutti gli artisti in mostra, è il rifiuto a considerare l’arte come un esercizio formale, vuoto e puramente autoreferenziale.
Lo spirito che pervade i giovani protagonisti del panorama contemporaneo italiano è la tensione verso il nuovo e la realtà, che spesso si tinge d’ironia sino a diventare, a volte, critica estrema e vera provocazione.
La scelta dei curatori è caduta su alcuni dei principali protagonisti delle ultime ricerche artistiche, a partire dalla fine degli anni ’80. Sono gli anni in cui in Italia ha cominciato a funzionare quello che viene definito ‘il sistema dell’arte’, vale a dire un campo di sinergie pubbliche e private, che, insieme, hanno svolto un fondamentale ruolo di promozione dell’arte contemporanea. Questa mostra è una delle tante conseguenze della ritrovata vitalità del sistema italiano. Sostenuti in patria, gli artisti possono trovare più consensi sulla scena internazionale.

La mostra veneziana viene dunque a essere un interessante contributo al confronto fra arte contemporanea e scienze naturali. Nelle diverse poetiche, tra le opere che vedremo nelle sale del Museo di Storia Naturale emergono alcune costanti. È per esempio comune la curiosità verso i processi formali della natura, che vengono presi in considerazione come modelli per i processi creativi dei linguaggi artistici, in una vera e propria tensione all’apprendimento dalla natura, che non passa però attraverso la mera imitazione. L’arte ri-crea la natura.

Un’altra costante è l’assenza di istanze antropocentriche: nel pensiero di questi artisti l’essere umano non è il signore del mondo, è parte integrante della natura ma non è visto come un centro intorno a cui ruota il creato, e meno che mai come elemento superiore di una gerarchia. Manca anche ogni visione idealizzata della natura, vista invece nella sua realtà dialettica che comprende il conflitto, a cominciare da quello fra gli animali e quello più drammatico per la nostra coscienza fra animale e umano.  L’arte è una disciplina che ci educa alla ricerca di un rapporto armonico e positivo con la natura, ma al di fuori di ogni mitologia pacificante.

Roberto Cuoghi, Senza Titolo, 2009
Crediti fotografici Fabio Mantegna

2 dicembre 2014